
Nuove indicazioni nazionali per la storia: cosa cambia davvero?
- Le associazioni contestano l'approccio che restringe lo studio all'Europa e al Nord America.
- Critiche per la mancanza di ottica di genere e tematiche ambientali.
- Direttive per le scuole superiori implementate a partire dall'anno 2027-2028.
Il dibattito infuocato sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la Storia
Il panorama educativo italiano è attraversato da un acceso dibattito riguardante le Nuove Indicazioni Nazionali (NIN), in particolare per la disciplina della Storia. Questo confronto, evidenziato da un webinar promosso da Tuttoscuola e dalla Fondazione Giovanni Agnelli il 14 aprile 2025, ha visto contrapporsi diverse visioni sull’approccio all’insegnamento della Storia, con implicazioni significative per il futuro dell’istruzione.
Il webinar ha messo in luce le divergenze tra esperti come Antonio Brusa, coautore delle Indicazioni del 2012, e Italo Fiorin, coordinatore del Comitato Scientifico delle stesse, da un lato, e Giovanni Belardelli e Adolfo Scotto di Luzio, dall’altro. Il fulcro del contendere risiede nella contrapposizione tra il “come” e il “cosa” insegnare Storia. Belardelli e Scotto di Luzio hanno criticato le Indicazioni del 2012 per aver privilegiato l’aspetto metodologico a scapito dei contenuti, ritenendo ciò una delle cause delle lacune nella conoscenza storica degli studenti, soprattutto riguardo alla storia italiana.
Loredana Perla, coordinatrice della Commissione che ha redatto le Nuove Indicazioni, ha difeso il lavoro svolto, sottolineando che, pur avendo definito i contenuti con il contributo di esperti, è rimasta intatta l’autonomia delle scuole e degli insegnanti nella gestione della didattica, sancita dal DPR 275/1999. Le Indicazioni, quindi, forniscono un quadro di riferimento più preciso, ma non vincolante.
Antonio Brusa ha espresso forti critiche, ribadendo la posizione contraria delle associazioni professionali di didattica della storia alle Nuove Indicazioni. A suo avviso, l’errore principale è stato quello di non coinvolgere gli insegnanti e le loro associazioni nella stesura delle NIN, un approccio che segna un ritorno alla didattica frontale e trasmissiva, superata negli ultimi trent’anni da un’ottica laboratoriale e di ricerca. Scotto di Luzio ha replicato che la “tuttologia” delle vecchie Indicazioni non ha prodotto risultati positivi, e che è preferibile radicare l’approccio alla storia nella realtà locale e nazionale.

Le implicazioni didattiche e metodologiche delle Nuove Indicazioni
Le Nuove Indicazioni Nazionali per la Storia pongono l’accento sulla storia dell’Occidente e sulla “narrazione storica” da parte del docente, intesa come racconto di fatti, vicende, personaggi, epoche e intrecci. Questo approccio ha suscitato un acceso dibattito sulle implicazioni didattiche, disciplinari e trasversali che ne derivano. Gli addetti ai lavori si domandano quali metodologie e dotazioni siano necessarie per applicare le nuove direttive e come queste si distinguano dalle linee guida precedentemente in vigore.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha prorogato la consultazione sulle Nuove Indicazioni fino al 17 aprile 2025, segno della volontà di raccogliere il parere di tutti gli attori coinvolti nel processo educativo. Le scuole statali e paritarie sono state invitate a partecipare alla consultazione, fornendo un questionario predisposto dalla Commissione.
Le critiche delle società storiche e la risposta del Ministero
Una dozzina di associazioni che si occupano di didattica della storia hanno espresso la loro ferma opposizione alle Nuove Indicazioni Nazionali 2025, definendole eccessivamente prescrittive e limitanti la libertà di insegnamento, principio sancito dalla Costituzione. Le associazioni criticano l’affermazione che “solo l’Occidente conosce la Storia”, ritenendola un incipit infelice che giustifica una restrizione dell’ambito spaziale di studio all’Europa e al Nord America, a partire dall’Italia.
Si contestano, inoltre, la mancanza di un’ottica di genere e di riferimenti a tematiche ambientali, nonché la natura parziale delle nuove indicazioni, presentate unicamente per la scuola primaria e secondaria di primo grado.
Il ministro Valditara ha controbattuto annunciando che le direttive per le scuole superiori saranno implementate a partire dall’anno scolastico 2027-2028.
Le associazioni contestano anche l’idea che si possa supplire all’ignoranza di contenuti storici con un ritorno al nozionismo, ritenendo che la mancanza di senso storico delle nuove generazioni sia legata a un “drammatico schiacciamento su un eterno presente”. Nonostante le critiche, le associazioni auspicano un confronto costruttivo con la Commissione Perla per riconsiderare le Indicazioni nella parte relativa alla Storia.
I nostri consigli
Il dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la Storia è un’occasione importante per riflettere sull’importanza di questa disciplina nella formazione dei cittadini del futuro. È fondamentale che l’insegnamento della Storia non si limiti alla trasmissione di nozioni, ma che stimoli la capacità di analisi critica, la comprensione del presente attraverso il passato e la consapevolezza del proprio ruolo nella società.
Per chi desidera approfondire la conoscenza della storia locale, consigliamo di partecipare a visite guidate nei musei e nei siti storici della propria città o regione. Questi eventi offrono un’opportunità unica per scoprire le radici del proprio territorio e per comprendere come il passato abbia plasmato il presente.
Per gli appassionati di storia, suggeriamo di seguire corsi online o webinar tenuti da esperti del settore. Questi eventi offrono un’occasione per approfondire argomenti specifici e per confrontarsi con altri appassionati.
In conclusione, il dibattito sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la Storia ci invita a riflettere sul ruolo della storia nella nostra società e sull’importanza di un insegnamento che sia al tempo stesso rigoroso e stimolante. La storia non è solo un insieme di fatti e date, ma una chiave per comprendere il mondo che ci circonda e per costruire un futuro migliore.