Crisi della carne piemontese: come la digitalizzazione può salvare il settore
- Circa il 20% dei capi di razza piemontese è allevato nella provincia di Asti.
- Il prezzo medio di vendita per un esemplare bovino è sotto i 5 euro al chilogrammo, mentre nei negozi può arrivare fino a 20 euro al chilogrammo.
- Il manifesto SMART MEAT 2030 punta alla digitalizzazione per migliorare l'efficienza della filiera produttiva.
Un fenomeno che colpisce al cuore dell’economia piemontese è quello della crisi della carne di razza piemontese. Questo prodotto è conosciuto per le sue proprietà organolettiche superiori e per il suo ridotto contenuto di grassi rispetto ad altre carni bovine. Tuttavia, il settore si trova ora ad affrontare sfide considerevoli che minacciano la sua sostenibilità economica.
La diminuzione del ricambio generazionale in agricoltura rappresenta una delle maggiori criticità. Gli elevati costi di gestione, in aggiunta alla mancanza di manodopera qualificata, dissuadono i giovani dall’intraprendere una carriera in questo settore. Circa il 20% dei capi di razza piemontese è allevato nella sola provincia di Asti, e gli allevatori si trovano a operare in un mercato dove i margini di profitto si sono ridotti drasticamente. Quest’anno, inoltre, è stato particolarmente duro per via della diffusione della febbre “lingua blu”, una malattia virale che, pur non essendo pericolosa per l’uomo, provoca gravi danni alla salute del bestiame. Malgrado le sfide affrontate dal settore, la carne della razza piemontese si afferma come una delle più ricercate nel panorama gastronomico d’élite, grazie al suo sapore distintivo e alle sue eccezionali proprietà nutrizionali. Nonostante ciò, l’equilibrio economico risulta compromesso: frequentemente il prezzo medio associato a un esemplare bovino si attesta sotto i 5 euro al chilogrammo; al contrario, il costo finale nei negozi può facilmente raggiungere fino a 20 euro per chilogrammo. Questa disparità mette in luce una manifesta inefficienza nella trasmissione del valore attraverso l’intera filiera produttiva.
il valore delle fiere: una risorsa sottovalutata
Le fiere agricole e zootecniche hanno sempre rappresentato un elemento cardine per il settore della carne piemontese, come dimostra la storica Fiera di Moncalvo. Questi eventi non solo celebrano le tradizioni agricole, ma offrono anche agli allevatori l’opportunità di mettere in mostra i frutti del loro lavoro, stabilendo contatti diretti con consumatori e compratori. Nonostante ciò, queste manifestazioni devono ancora affrontare la sfida di rilanciare efficacemente il settore in un contesto economico mutato.
Le fiere potrebbero diventare piattaforme dinamiche per promuovere la razza piemontese, non solo a livello locale ma anche su scala nazionale ed internazionale. Tuttavia, è essenziale che queste manifestazioni non restino ancorate al passato, ma abbraccino una nuova visione orientata al digitale. L’introduzione di strategie innovative, come esperienze immersive tramite realtà virtuale o aumentata che permettano di “visitare” virtualmente le stalle e i pascoli piemontesi, potrebbe attrarre un pubblico più vasto e diversificato. Secondo quanto affermato dal presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Asti, è fondamentale per la rinascita della filiera dare rilevanza al prodotto attraverso apposite fiere specializzate. Egli sostiene che questi eventi debbano trasformarsi in veri centri di innovazione e sostenibilità, il che richiede anche una maggiore dedizione da parte degli organismi governativi nel fornire supporto a finanziamenti specifici e nell’attuare strategie comunicative mirate ed efficaci.
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strategie digitali: una nuova era per il settore agricolo
All’interno del contesto agricolo moderno, è evidente come la diminuzione dell’inefficienza, tramite azioni digitalizzanti, risponda adeguatamente ad alcune delle problematiche cui è sottoposto il comparto della carne piemontese. Il manifesto intitolato SMART MEAT 2030, frutto di uno sforzo collaborativo intenso, ambisce a incentivare l’integrazione delle tecnologie più evolute nel campo della produzione zootecnica; obiettivo principale è ristrutturare i meccanismi attraverso cui si genera e si distribuisce valore nell’ambito filiera.
Le innovazioni tecnologiche digitali quali l’Internet of Things (IoT) e i Big Data presentano prospettive particolarmente vantaggiose nella gestione dei vari aspetti legati agli allevamenti. In particolare, dispositivi dotati di sensori sofisticati consentono una sorveglianza istantanea riguardo al benessere fisico degli animali; tali strumenti sono decisivi perché garantiscono azioni rapide utili ad abbattere gli interventi farmacologici spesso necessari mantenendo nel contempo condizioni più favorevoli all’allevamento stesso. Tale scenario non migliora soltanto le efficienze operative ma ha ripercussioni positive sullo stato di salute animale ed accresce significativamente il profilo qualitativo dei prodotti ottenuti.
A detta del professor Stefano Epifani , che riveste anche cariche alla presidenza della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, l’adozione sistematica delle pratiche legate alla trasformazione digitale all’interno del ciclo produttivo potrebbe favorire una generalizzata razionalizzazione nelle dinamiche agroalimentari al fine di ridurre drasticamente le spese associate mentre apre inoltre nuovi varchi verso pratiche sostenibili elevate. Secondo Epifani, è evidente che il processo di digitalizzazione offre opportunità significative per realizzare una gestione più sostenibile delle risorse. Tale approccio non solo contribuisce a minimizzare l’impronta ecologica, ma migliora anche l’efficienza operativa nelle routine quotidiane.
I nostri consigli
In considerazione degli attuali sviluppi del settore agricolo, l’adesione a fiere ed eventi dedicati alla digitalizzazione si presenta come un’opportunità significativa per i produttori così come per gli entusiasti del campo. Il Salone del Gusto costituisce uno degli esempi più rilevanti: questo incontro internazionale non soltanto esalta le tradizioni culinarie locali ma funge da piattaforma indispensabile per affrontare tematiche legate all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità nell’ambito agroalimentare. Prendere parte a incontri mirati sull’effetto delle tecnologie digitali nella zootecnia futura può stimolare processi di riflessione profonda e possibili miglioramenti.
Coloro che intendono espandere le proprie conoscenze hanno accesso a una vasta gamma di corsi online accreditati insieme a webinar mirati; queste risorse educative favoriscono un apprendimento robusto e sistematico. Tali percorsi formativi offrono solide basi sulle quali innestare strategie operative innovative, preparando i produttori e imprenditori ad affrontare con competenza le sfide contemporanee nel mercato commerciale odierno. Così facendo, si configura la possibilità che il panorama della carne piemontese si evolva mediante una sinergia fra eredità culturale e innovazione tecnica, delineando quindi un approccio capace sia di preservare il patrimonio passato sia di adattarsi proattivamente alle esigenze future.